mercoledì 20 gennaio 2010

LA MALATTIA









COS’È UNA MALATTIA













Abbiamo capito che quando percepiamo un dolore
dobbiamo smettere di considerarlo una malattia e cominciare ad interpretarlo
per quello che è, ovvero un sintomo, un segnale, una “spia” di
qualcosa che “non è stato ripristinato”.


La malattia comincia con la “disfunzione” di un organo
o di una parte di esso, di un sistema, di un apparato.


La malattia è sicuramente la degenerazione di un
organo o parte di esso.




 


LA GENESI DELLA MALATTIA





Come abbiamo detto, in presenza di un conflitto psico-energetico-biologico primario o
secondario irrisolto avviene un’alterazione dell’equilibrio bio-energetico
nello specifico settore interessato, in base all’ambito della
conflittualità stessa; l’alterazione porta ad uno svuotamento o ad una
congestione energetica e l’organo colpito sarà determinato dalla tipologia del
conflitto.






Giova sottolineare che l’ambito stesso può cambiare da
persona a persona anche se l’evento è il medesimo.







Facciamo l’esempio di tre impiegati che
lavorano nello stesso ufficio e devono subire le angherie del capo-ufficio che
tutti i giorni va da loro e li sgrida accusandoli di essere degli incapaci
fannulloni: a questo punto può verificarsi che:


  • uno viva un conflitto legato al fatto di non sentirsi apprezzato
    nel suo lavoro (centro colpito il 5° della gola);

  • un altro viva una situazione di rabbia repressa per il semplice
    comportamento anti-sociale del capo (centro colpito il 3° del plesso
    solare);

  • il terzo viva una situazione di invasione del suo territorio,
    ovvero l’ufficio (centro colpito il 1° della radice o di base).



Tutto comincia appunto con una reazione immediata e
sensata del corpo su input del sistema
limbico
del cervello che ordina, attraverso i
neuro-trasmettitori, quello che il soma deve fare.


Se al cervello poi non giunge un segnale chiaro di “cessato
allarme
”, gli ordini impartiti permangono, pertanto cominciano i primi
sintomi che segnalano la situazione, dopodiché subentra la malattia.





Talvolta è necessaria una “causa scatenante
per farci percepire il disagio: per esempio, un colpo d’aria che ci procura un torcicollo
può essere la causa scatenante che ci segnala un blocco energetico sul meridiano
della vescica urinaria
nel quinto settore, oppure il mal di stomaco
dopo aver mangiato un po’ di cibo fritto può esserlo di uno svuotamento
energetico dovuto alla chiusura del terzo centro in presenza di un
conflitto che colpisce lo stomaco o il duodeno.


Possiamo così riassumere il percorso della malattia:


  1. Conflitto psico-energetico-biologico (primario o secondario);

  2. Alterazione dell’equilibrio bio-energetico, ovvero blocco del centro o
    del meridiano interessato;

  3. Alterazione dell’equilibrio biochimico;

  4. Incapacità di risoluzione del conflitto, pertanto permanenza della
    situazione “alterata”;

  5. Dolore lungo il meridiano interessato in corrispondenza del centro
    relativo all’ambito interessato;

  6. Disfunzione dell’organo o di una sua parte, del sistema, dell’apparato;

  7. Degenerazione cellulare dell’organo



In ogni fase della malattia è sempre possibile
intervenire, ma la logica stessa suggerisce che prima si interviene
sulla scala della malattia e maggiore sarà la possibilità di successo
della terapia.


lunedì 4 gennaio 2010

LIFE COACH




Il Life Coach è una nuova figura che
recentemente si è affacciata nel vasto mondo della crescita personale e del
benessere.





Il suo compito è quello di assistenza dell’individuo
per condurlo alla propria crescita personale, nella vita o in uno
specifico campo di essa.





Il Life Coach non è un guru, non è un consigliere né
tantomeno un esperto in qualche campo al di fuori di quello della crescita
personale. 

 

Il suo
compito lo svolge inducendo le persone a prendere coscienza e consapevolezza di
sé, permettendo loro di focalizzarsi sugli obiettivi da perseguire secondo la
propria personale scala delle priorità e seguendole nel cammino
conseguentemente intrapreso.









Il Life Coaching non è un lavoro svolto sulla persona
o alla persona, ma è un lavoro svolto insieme alla persona, un percorso
attraverso il quale il Coach, osservandola dall’esterno, è in grado di aiutare
la persona a trovare il proprio equilibrio e la direzione che più ritiene
opportuna in base alla propria essenza, alle proprie aspirazioni, alle proprie
necessità.





Il Life Coach non è, pertanto, un autista che conosce
perfettamente le strade della tua città, spesso non sa nemmeno in che città si
trova o in che luogo della città; il Life Coach aiuta l’individuo nel personale
percorso che lo porterà ad imparare a guidare l’auto, affinché possa,
liberamente ed in piena autonomia, andare dove vuole, quando vuole e con chi
vuole.









Il Life
Coach non ti indicherà i bivi sulla strada, ti aiuterà a riconoscerli da te.








Il Life
Coach non ti indicherà la velocità da mantenere, ti aiuterà a comprendere qual
è la tua personale velocità, quella che ti è più consona in base alla
tua specifica esigenza.








Il compito
sublime del Life Coach è quello di aiutarti a fare a meno di lui.